Ambos umpare
in chelu cantade
po s'amore de Deus
Santu,
ambos umpare
in chelu cantade
po s'amore de Deus
Santu,
un'eternu cantu
de vera glòria.
Sos Cherubinos
bestidos de oro
bos aggiungant
armonia,
sos Cherubinos
bestidos de oro
bos aggiungant
armonia
po cantare in coro
un'alleluja.
Onnipotente Deus
salvet s'ànima
nostra, bostra,
ànghelos in chelu.
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I due
che devono cantare insieme nel Cielo, per vivificare l'immenso amore
di Dio, sono Franco Torru e Domenico Langasco, della cui morte si
parla in altra parte del libro. La canzone è dolcissima e fortemente
sentita e ispirata. L’autore si rivolge ai due amici scomparsi e li
invita a cantare in Cielo, come sapevano fare nella vita terrena,
insieme ai Cherubini, la gloria del Signore. Poi si rivolge a Dio,
pregandolo di avere un occhio di riguardo per i due cantori, ma anche
per noi, che siamo rimasti qui a ricordarli con mestizia e rimpianto.
C'è,
in questa canzone, un tentativo riuscito benissimo, di intendere i due
amici componenti del coro, passati a miglior vita, come se fossero
ancora con noi, coi loro familiari, ma, soprattutto, col coro. Cantare
le lodi del Signore significa continuare a vivere, vivere
nell'immortalità, che è poi il destino dell'artista, "Non omnis
moriar" diceva il poeta latino Orazio. Essi continuano a vivere
non solo nel ricordo di chi li ha conosciuti ed amati, ma,
soprattutto, grazie all'immortalità del canto e della poesia.
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